Il cattolicesimo e l’accoglienza

DiMagnus

Il cattolicesimo e l’accoglienza

Lo scenario mondiale di queste ultime settimane si tinge del sangue della guerra Russo-Ucraina, quando i cattolici europei e non solo ancora stavano discutendo tra le loro diverse anime su quale accoglienza offrire agli immigrati che fuggono da altre guerre e carestie.

Crisi umanitarie e la risposta papale

Avevano ma poco affrontato l’emergenza umanitaria ai confini tra Polonia e Bielorussia, dove la cattolicissima patria di uno dei più famosi Papi, Giovanni Paolo II al secolo Karol Jozef Woytyla, stava erigendo un muro per impedire a profughi siriani, iracheni, kurdi e bengalesi di entrate sul suolo polacco, spinti dalla ferocia del Dittatore Bielorusso Lucascenko.

In questo come in altri casi si mette in luce un’ aspetto incongruente del cattolicesimo militante, dove la dottrina e la parola del Papa non vengo messe in pratica dal popolo dei fedeli.

Non solo in Polonia, ma anche in Italia questa palese contraddizione emerge nelle opere e nel pensiero di molti cattolici, quando si tratta di adoperarsi per trovare soluzione al fenomeno dell’immigrazione, sia in riguardo al salvare la vita di chi affronta il mar Mediterraneo per sbarcare in Sicilia o Spagna, sia per quanti dalle rotte balcaniche cercano di raggiungere l’Europa.

Molti esprimono la loro palese contrarietà all’accoglienza, pronti ad erigere barriere, ad organizzare espulsioni forzate, a negare qualsiasi aiuto ai migranti, mentre Papa Francesco costantemente invita ad accogliere, difendere, accudire e proteggere quanti, spesso a rischio della loro vita e della vita dei loro figli, cercano di raggiungere una “terra promessa”.

Il trattamento dei profughi

La recente guerra acuisce le differenze di pensiero e di trattamento che gli stessi cattolici stanno riservando ai diversi migranti: frontiere aperte per gli ucraini, fratelli di credo e di razza, blocco per tutti gli altri, che pur spesso fuggo da teatri di guerre in atto da molti anni.

Fortunatamente la carità cristiana prevale ancora, al momento, con una mobilitazione encomiabile per l’aiuto ai profughi ucraini, senza smettere di prestare la propria opera a favore di quanti necessitano ogni giorno di aiuto, poveri od oppressi, indigenti o immigrati, grazie alle tante organizzazioni, quali ad esempio la Caritas, che nel volontariato di tanti fedeli cattolici trovano la possibilità di espletare il loro sostegno a migliaia di persone.

Rimane acceso il dibattito tra i fedeli sull’accoglienza, dove spesso si intrecciano temi di intransigenza legati all’integralismo emergente tra quanti non condividono la parola del Papa e vorrebbero un ritorno al passato anche nella liturgia.

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