Archivio mensile 18 Marzo 2022

DiMagnus

La guerra che consentì al cattolicesimo di sopravvivere e fortificarsi.

Poco studiata ma fondamentale nell’evoluzione storica del cattolicesimo è la battaglia di Vienna del 1683, che vede tra i principali attori della vittoria il Papa Innocenzo X ed il frate cappuccino Carlo Domenico Cristofori.

Innocenzo X lottò lungamente al fine di ottenere l’alleanza delle potenze cristiane contro l’avanzare degli eserciti ottomani, mentre Marco D’Aviano, di ordine francescano, si occupò dell’opera di predicazione ed apostolato a supporto delle volontà papali.

In un settimo secolo contrassegnato dalle divisioni tra gli stati d’Europa, dalle conversioni al protestantesimo di regnati e popoli e dalla paura per l’invasione ottomana i due religiosi si adoperarono per la creazione di una santa coalizione a difesa del cristianesimo.

Ottenuta la coalizione l’esercito guidato da Eugenio di Savoia-Garignano ebbe la sua epica battaglia a Vienna il 12 Settembre 1683 contro gli ottomani comandati da Kara Mustafa Pasha di Merzifon.

Le forze in campo erano assolutamente impari: a fronte di 150.000 assedianti le forze cristiane contavano solo 70.000 armati.

Ma le sorti della battaglia non sono quelle sperate dai turchi poiché gli “Ussari Alati” li costrinsero alla ritirata ed alla resa.

La successiva battaglia di Buddha decretò la definitiva sconfitta e totale ritirata dei turchi, la salvezza dell’Europa del mondo cristiano arrivato così fino ai nostri giorni.

DiMagnus

Cattolicesimo e Islam

L’affermazione di Blaise Pascal secondo cui tutte le religioni sono uguali finché le guardi da lontano ci guida in una breve disamina delle differenze tra regione cattolica e islamica.

Differenze nelle sacre scritture

Per cominciare, mentre nella Bibbia viene asserita la funzione dello Spirito Santo come guida per assurgere al cielo, per il musulmano che riconosce Maometto solo come nuovo legislatore, quindi diverso da Gesù e più simile a Mosè, non esiste il concetto di “Salvatore”.

Mentre per il cristiano il peccato è cancellabile, il sacrificio di Gesù né è la conferma, nell’islam non vi è la cancellazione del peccato per fede ma la conquista con le azioni e l’impegno dell’affrancamento dal peccato.

Laddove il credente musulmano conoscerà la propria sorte solo dopo la morte, a prescindere dai suoi corretti o meno comportamenti durante la vita terrena, il cattolico né avrà certezza nel rispetto della fede.

Non vi è alcun riferimento nella tradizione islamica alla resurrezione, sia di Gesù o altri, atto superiore di vittoria sulla morte che distingue i passi del Nuovo Testamento.

Il miracolo, in specie quello riferito alle guarigioni, atto di grande importanza nella religione cristiana, trova scarsa o nulla attenzione nelle azioni di Maometto, del tutto prive di enfasi a differenza di quanto riportato nei testi sacri cristiani.

Il proselitismo è una delle grandi differenze tra le due religioni, dove da un parte lo si sostiene con l’imposizione e la violenza che spesso sfocia in guerra di aggressione e conquista, mentre dall’altra non vi è alcun accenno ad un uso coercitivo ma ad un amorevole e costante invito a credere, anche a costo della propria vita.

DiMagnus

I Cattolici nel Mondo

La presenza dei Cattolici è distribuita in tutti i Continenti, con presenze maggiormente significative in Europa, America Latina, America del Nord, Africa, Oceania ed Estremo Oriente.

Ridotte comunità sono presenti anche laddove sono maggioritarie la religione islamica o il confucianesimo.

Costituendo la componente maggioritaria dei Cristiani con circa 1.300.000.000 fedeli sul totale di circa 2.400.000.000 la comunità Cattolica ha i suoi bastioni in alcuni Stati Europei quali Italia, Spagna, Polonia e Francia, in America Latina, primi fra tutti Argentina e Perù, oltre che in diversi paesi dell’Africa equatoriale.

Pur annoverando una importante presenza in America del Nord, Europa dell’Est, Gran Bretagna, Oceania ed altri Paesi sono maggioritarie le diverse espressioni del cristianesimo quali le chiese Protestanti ed Ortodosse.

L’attività dei cattolici praticanti è spesso indirizzata oltre che all’indottrinamento ed alla catechesi, al sociale, con gruppi di solidarietà che si occupano di aiuti ai meno abbienti, accoglienza ed inserimento degli immigrati, cura degli anziani e dei più piccoli, supporto educativo e formativo nelle periferie, sostegno dei carcerati e delle loro famiglie, nel solco della carità cristiana.

Nei Paesi Occidentali si delinea una sempre minore partecipazione ai riti, quali la messa domenicale o le cerimonie di ricevimento dei sacramenti, una mancanza di vocazioni, con accorpamento delle parrocchie e chiusura di monasteri.

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Conferenza Episcopale Italiana

Come si pongono i cattolici nei confronti della violenza crescente nel Mondo, la CEI ci offre una visione chiara di come i cristiano debbano affrontare questa che è ormai un’emergenza portatrice di venti di guerra.

I cristiani devono, assieme a tutti i popoli, agire per indirizzare gli Stati alla fraternità.

In questi giorni in cui si tiene l’Incontro “Mediterraneo frontiera di pace” il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana Cardinale Gualtiero Bassetti riunisce Sindaci e Vescovi per avviare un cammino di riflessione che affermi il ruolo delle parrocchie e delle municipalità nel creare spazi di solidarietà in questo Mediterraneo segnato dai drammi dell’immigrazione e dalle crisi di alcune Nazioni rivierasche, oltre che ai nuovi scenari di guerra attivi nell’Est Europa.

Tra i partecipanti importante assenza di Sviatoslav Shevchuk , arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina, a sottolineare ulteriormente quanto sta accadendo su quel fronte.

Viene ancor più sottolineata la necessità di far fronte con la propria azione pacificatrice alla ricostituzione della fraternità perduta, ponendo fine alle azioni di guerra.

Le comunità cristiane devono adoperarsi con spirito missionario a far si che siano posti in primo piano solidarietà e valorizzazione della persona, al fine di costruire solidi equilibri internazionali.

DiMagnus

Quale atteggiamento deve avere il cattolico nei confronti della guerra?

Papa Francesco indica con chiarezza ai cattolici quale sia la via da seguire in questi momenti di incertezza, paura e rabbia che pervadono ognuno di noi, fedele o meno.

Porgi l’altra guancia

Cristo è determinato nel suo insegnamento: il cristiano non deve portare rancore o attuare vendetta verso chi gli fa del male, ma agire con mitezza e gentilmente per riportare chi, peccando, ha abbandonato la retta via.

Ma com’è possibile amare chi ci sta vessando, chi ci sta facendo del male, distruggendo ed uccidendo, andando oltre l’odio e l’istinto?

Lo spunto viene sempre dall’Evangelista Luca : “… porgi l’altra guancia …”; non si deve cedere all’ingiustizia ed al sopruso reagendo allo stesso modo o con superiore violenza, ma far valere le ragioni del giusto, senza violenza, disinnescando il rancore, spegnendo ingiustizia ed odio.

Chi con la propria mitezza combatte il male dimostra forza interiore, usa il bene per sopraffare il male, cerca di convincere il nemico della brutalità delle sue azioni e dell’odio che ne scaturisce, riportandolo alla ragione anche col proprio sacrificio.

Anche se fin troppo retorico è l’amore che può vincere ogni battaglia.

In questo l’uomo moderno deve ritornare ad aprire il proprio cuore, troppo abituato a custodire rancore.

Ricordando tristemente come molti popoli “cristiani” combattano guerre Papa Francesco sottolinea la parola di Gesù quando afferma che i cristiani devono avere la forza di amare il proprio nemico, perché solo in questo modo potrà porre fine ai conflitti.

Egli individua nella preghiera un valido aiuto per quanti hanno bisogno di conforto in questa scelta, anche nelle azioni quotidiane e non soltanto quando fatti di così eccezionale gravità ci sconvolgono.

Come sempre ritiene che la Vergine Maria sia l’aiuto per quanti cercano di adoperarsi per mettere in pratica dialogo e comportamento di amore, mite e gentile, verso chi sta portando disperazione ed odio.

DiMagnus

Il cattolicesimo e l’accoglienza

Lo scenario mondiale di queste ultime settimane si tinge del sangue della guerra Russo-Ucraina, quando i cattolici europei e non solo ancora stavano discutendo tra le loro diverse anime su quale accoglienza offrire agli immigrati che fuggono da altre guerre e carestie.

Crisi umanitarie e la risposta papale

Avevano ma poco affrontato l’emergenza umanitaria ai confini tra Polonia e Bielorussia, dove la cattolicissima patria di uno dei più famosi Papi, Giovanni Paolo II al secolo Karol Jozef Woytyla, stava erigendo un muro per impedire a profughi siriani, iracheni, kurdi e bengalesi di entrate sul suolo polacco, spinti dalla ferocia del Dittatore Bielorusso Lucascenko.

In questo come in altri casi si mette in luce un’ aspetto incongruente del cattolicesimo militante, dove la dottrina e la parola del Papa non vengo messe in pratica dal popolo dei fedeli.

Non solo in Polonia, ma anche in Italia questa palese contraddizione emerge nelle opere e nel pensiero di molti cattolici, quando si tratta di adoperarsi per trovare soluzione al fenomeno dell’immigrazione, sia in riguardo al salvare la vita di chi affronta il mar Mediterraneo per sbarcare in Sicilia o Spagna, sia per quanti dalle rotte balcaniche cercano di raggiungere l’Europa.

Molti esprimono la loro palese contrarietà all’accoglienza, pronti ad erigere barriere, ad organizzare espulsioni forzate, a negare qualsiasi aiuto ai migranti, mentre Papa Francesco costantemente invita ad accogliere, difendere, accudire e proteggere quanti, spesso a rischio della loro vita e della vita dei loro figli, cercano di raggiungere una “terra promessa”.

Il trattamento dei profughi

La recente guerra acuisce le differenze di pensiero e di trattamento che gli stessi cattolici stanno riservando ai diversi migranti: frontiere aperte per gli ucraini, fratelli di credo e di razza, blocco per tutti gli altri, che pur spesso fuggo da teatri di guerre in atto da molti anni.

Fortunatamente la carità cristiana prevale ancora, al momento, con una mobilitazione encomiabile per l’aiuto ai profughi ucraini, senza smettere di prestare la propria opera a favore di quanti necessitano ogni giorno di aiuto, poveri od oppressi, indigenti o immigrati, grazie alle tante organizzazioni, quali ad esempio la Caritas, che nel volontariato di tanti fedeli cattolici trovano la possibilità di espletare il loro sostegno a migliaia di persone.

Rimane acceso il dibattito tra i fedeli sull’accoglienza, dove spesso si intrecciano temi di intransigenza legati all’integralismo emergente tra quanti non condividono la parola del Papa e vorrebbero un ritorno al passato anche nella liturgia.

DiMagnus

Cos’è il Cattolicesimo

Il cattolicesimo è la maggiore delle 3 fazioni in cui si dividono i seguaci di Cristo; le altre due fazioni sono rappresentate rispettivamente dai Protestanti e dagli Ortodossi.

Si differenziano, in poche parole, per le diverse interpretazioni delle Sacre Scritture e di altri aspetti dottrinali.

Differenze e contenziosi con le altre dottrine

Tra Protestanti e Cattolici i punti di maggiore attrito sono il culto dei Santi, la dottrina ed il culto della Madonna, la necessità delle opere per la salvezza, il numero dei Sacramenti, la concezione della Chiesa, il numero dei libri ispirati alla Bibbia, la tradizione come fonte di rivelazione.

I punti di maggiore attrito con gli Ortodossi sono il primato pontificio, l’origine dello Spirito Santo, la dottrina del Purgatorio e nel rito della messa l’eucarestia o “epiclesi”, il ruolo della Madonna.

Di qui anche le diverse organizzazioni delle tre confessioni, dove per i cattolici al vertice troviamo il Papa, per gli ortodossi il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, per i Protestanti altri, come nel caso degli Anglicani dove a capo della chiesa è il Re d’Inghilterra.

Di conseguenza anche i riti sono profondamente diversi così come le ricorrenze annuali hanno date non combacianti ad esempio per la Pasqua, come anche la possibilità per i ministri del culto di sposarsi o meno, o delle donne di poter somministrare i sacramenti.

In ordine di importanza il Cattolicesimo è la prima tra le diverse confessioni del Cristianesimo, gli Ortodossi annoverano circa 200 milioni di fedeli, per lo più nei Paesi dell’Europa dell’Est, mentre i Protestanti sono divisi in diverse confessioni tra cui le più rappresentative sono gli Anglicani, i Luterani, i Calvinisti, i Metodisti e gli Evangelici, che risiedono prevalentemente nel cosiddetto Mondo Occidentale.

Pur essendo anche suddivisa in diverse chiese minori ma sempre sotto l’egida papale la Chiesa Cattolica è la prima confessione al Mondo, sia per diffusione che per numero di fedeli, cui solo la fede islamica è vicina per diffusione territoriale e numero di adepti.

La sua struttura gerarchica è di sicuro la fonte della grande capacità di assumere un ruolo di estrema rilevanza mondiale sia spirituale che temporale, organizzazione che manca nel mondo Islamico e che trova diversa forza ed indipendenza dagli Stati per le altre chiese e confessioni, che spesso dipendono strettamente dal potere temporale, mentre in altri casi predicano la totale separazione tra spiritualità e temporalità.

Rinnovamento nel terzo millennio

Il terzo millennio si è aperto con una grande novità nella Chiesa Cattolica, che ha per certi versi sconcertato i fedeli, ovvero l’avvento di due Papi, con Papa Francesco, Jorge Mario Bergoglio che governa ed il Papa Emerito Benedetto XVI, Joseph Aloisius Ratzinger.

Grande fermento ha destato il nuovo Vescovo di Roma, Papa Francesco, con la sua determinazione al rinnovamento ed alla trasparenza delle attività della Chiesa, che hanno portato anche al riconoscimento dei crimini di pedofilia perpetrati negli anni da diversi ministri del culto in molti Paesi del Mondo, oltre che a nuove e più “benedettine” politiche, generando un revanscismo dell’oltranzismo ed integralismo cattolico, spesso rappresentato da esponenti della Chiesa Francese.